La storia della SULPOL sembra dispiegarsi in un costante dualismo, una relazione di fatti ed accadimenti in un gioco di reciproca complementarietà ed opposizione.
Dualismo che sembra essere anche la sostanza del prodotto principe dell’azienda, il polistirolo, così voluminoso ed ingombrante ma altrettanto leggero, isolante e resistente eppure composto per la quasi totalità di sola aria.
Dualismo che racconta di una caduta ed una rinascita, della provincia e della metropoli del rapporto sinergico di due generazioni distanti per età ma vicinissime per valori e credo.
L’Ing. Luca Zappelli, titolare della Sulpol ci racconta la storia della sua Azienda, nata per intuizione di suo padre a metà degli anni 70 e cresciuta costantemente nei lustri successivi, fino a quando , nel 2001, un evento drammatico ne ha interrotto la corsa.
Un incendio colposo, scaturito durante un tentativo di furto, distrugge quasi completamente lo stabilimento, mettendo l’Azienda letteralmente in ginocchio.
La famiglia Zappelli si muove tra speranza e disincanto, tra chi, le nuove generazioni, vorrebbe quasi mollare tutto e chi, invece, il fondatore, getta il cuore oltre l’ostacolo e punta dritto la prua avanti.
Alla fine sono tutti uniti in questa voglia di riscossa e di rinascita che porta l’Azienda a ricostruirsi con costanza e caparbietà fino a ritornare a produrre e commercializzare i propri prodotti e a recupere il terreno perso.
Quando parla del fondatore, l’ing. Zappelli è quasi commosso e non rimpiange certo quella scelta determinata di allora, quel coraggio di andare avanti nonostante tutto che lo ha forgiato e preparato ad affrontare gli anni non facili che stiamo vivendo.
Ripercorre le orme paterne ogni settimana quando, per due volte, fa la spola tra Roma, dove vive e ha un’altra Azienda e Trevi, dove è nata la Sulpol e dove continua ad essere il suo Quartier Generale.
Trevi è il luogo delle origini , della sua famiglia paterna , origini che, nonostante si senta più romano che umbro, ama profondamente. Ci confessa infatti che preferisce lavorare in provincia, dove sente più forti i valori , il legame con l’azienda, l’attaccamento dei collaboratori alla proprietà, quella serietà, senso di responsabilità ed affidabilità che contraddistingue , a suo avviso “l’essere umbro”.
Una provincia tuttavia con luci ed ombre che, se da un lato, offre un porto sicuro nella fidelizzazione delle risorse umane, dall’altro rivela tutti i suoi limiti dal punto di vista dei servizi e per una burocrazia che costituisce , spesso, un freno insostenibile.
Il feeling con la Manini Prefabbricati nasce già negli anni novanta: la nostra azienda allora era già cliente della Sulpol e viene notata dalla proprietà , perché, tra le sue concorrenti, ci racconta l’Ing. Zappelli, è quella che cerca sempre il prodotto migliore, innovativo, che si prodiga , costantemente, nel migliorarsi e nell’ offrire il meglio, a sua volta , ai propri clienti.
Quando si trattò, dunque , di scegliere chi avrebbe fornito un nuovo ampliamento, continua l’imprenditore, anche se allora ero poco più che un ragazzo, io e mio padre fummo sicuri di affidare il compito alla Manini Prefabbricati SpA.
Il reciproco rapporto fornitore cliente si cementò ancor di più quando l’azienda fu travolta dal funesto evento del 2001, occasione in cui la Manini Prefabbricati SpA fu vicina alla Sulpol, mantenendo entrambi i ruoli di cliente e di fornitore per la “rinascita” del nuovo stabilimento.
La struttura che è risorta dalle ceneri della precedente fu una vera scommessa ma grazie alla fiducia e alla sinergia tra la Sulpol e la Manini Prefabbricati SpA venne realizzata con tempi e modi , al di là delle più rosee aspettative.
Oggi, dopo aver navigato, come la maggior parte delle aziende, nei mari agitati della crisi economica , la Sulpol ha consolidato la sua realtà imprenditoriale, ha diversi progetti nel cassetto e guarda al futuro con fiducia, rinnovando ogni volta un prodotto ed un materiale leggero ma solidissimo.
Alla fine della nostra chiacchierata scherza l’Ing. Zappelli quando dice che dal 1976 la sua azienda non fa altro che vendere aria, ma è un’aria “speciale” dato che riesce ancora a proteggere ed isolare tutto ciò che ha bisogno di essere protetto.